@ Bariom e Thelonious.
Ringrazio entrambi. La testimonianza della signora Giovanna l’ho letta e forse era meglio non l’avessi fatto. Storie di quel tipo mi deprimono profondamente.
Non è un giudizio il mio né tanto meno considero banale stoltezza quella forma di fedeltà. Di stoltezze l’uomo ne compie ben più gravi e quella, se lo fosse, almeno non creerebbe danni a terzi. Semplicemente non ne comprendo il senso e l’utilità e quindi quel tipo di sofferenza auto imposta, perché di indicibile sofferenza si tratta, mi appare ingiustificata e incomprensibile.
Non nego certo l’importanza della fedeltà, tutt’altro! Intendo, però, la fedeltà attiva e reciproca, frutto di libera scelta e coniugata con leggerezza giorno dopo giorno, magari per anni, che richiede consapevolezza e corrispondenza. La fedeltà che ti fa convivere con le “erbe dei vicini”, ovunque e senza tentennamenti, anche se rigogliose e disponibili, semplicemente perché non ne hai bisogno. Quella fedeltà che ti accompagna fino a giungere, se sei fortunato, a un traguardo importante senza aver sofferto per quella scelta, festeggiare 30 anni di matrimonio con leggerezza, convinti entrambi di non aver dovuto rinunziare a nulla, come è capitato a me e a mia moglie il mese scorso.
Simone
Di: Simone
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